Coronavirus Covid-19: Eurogruppo torna a riunirsi domani. Manca l’intesa. Gualtieri, “servono scelte coraggiose e condivise”

Eurogruppo: riunione in videoconferenza con il presidente Centeno e i ministri delle Finanze (foto SIR/UE)

L’Europa degli Stati ancora divisa sulla risposta economica al coronavirus. L’Eurogruppo tornerà a riunirsi domani, giovedì 9 aprile, dopo il fallimento della seduta – 16 ore di trattative in videoconferenza – di martedì 7 aprile. Sul tavolo dei ministri delle Finanze torneranno varie proposte, sulle quali non si è registrata l’intesa, dai cosiddetti “coronabond” all’utilizzo del Fondo salva-Stati (Mes). Il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, ha affermato: “Ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19”. S’intravvede infatti, oltre all’emergenza sanitaria, una pesante crisi economica e sociale della quale sin da ora si misurano le prime ricadute. Il ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri, ha affermato: “Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”. Le posizioni fra i governi restano distanti. Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, dichiara: “Riprenderemo domani. Insieme al ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz lanciamo un appello a tutti i Paesi membri a essere all’altezza delle sfide eccezionali per ottenere una intesa ambiziosa”.

L’opzione dei bond è sostenuta dal governo italiano e da altri Paesi; Germania e Francia ora sembrano orientate a un utilizzo del Mes con minime condizioni richieste agli Stati che volessero richiedere aiuti economici. A nome della Commissione europea interviene il commissario italiano Paolo Gentiloni: “La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno”. Tra i governi che frenano un’intesa rimane in prima linea l’Olanda, il cui ministro Wopke Hoekstra, argomenta: “È troppo presto per un pacchetto completo. Questa è prima di tutto una crisi sanitaria. È importante che l’Europa renda disponibili fondi extra”.

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