Coronavirus Covid-19: mons. Gianotti (Crema), “celebrare la Pasqua in casa e non soltanto assistere alle celebrazioni trasmesse”

“Possiate celebrare la Pasqua in casa, e non soltanto assistere alle celebrazioni trasmesse in vario modo”. È l’auspicio, che si trasforma quasi in esortazione, espresso dal vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, nella lettera “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua…” inviata alla diocesi per accompagnare le celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua. “Abbiamo sperato – commenta mons. Gianotti – che l’emergenza sanitaria, incominciata in Lombardia pochi giorni prima dell’inizio della Quaresima, si potesse concludere presto. Abbiamo desiderato che le nostre chiese, svuotate per le misure di sicurezza alle quali abbiamo aderito subito, con sacrificio e senso di responsabilità, potessero riempirsi per lasciare risuonare l’alleluia pasquale”. “E invece – prosegue il vescovo –, anche se non siamo perseguitati, la nostra Pasqua assomiglierà a quella descritta da Dionigi di Alessandria”. “Anche se vi saranno celebrati i riti previsti, le nostre chiese dovranno rimanere vuote”, osserva mons. Gianotti: “A noi la sfida di far sì che ogni luogo nel quale ci troveremo, nei giorni santi – e principalmente le nostre case – diventino luogo della ‘festa’ cristiana per eccellenza, luogo di una santa Pasqua”. Nelle settimane in cui le celebrazioni “in televisione, per radio, in diretta streaming sui vari social” sono andate crescendo in numero, il vescovo ammonisce: “sentitevi protagonisti, e non solo spettatori”. “Assistere alle celebrazioni teletrasmesse – spiega – ci può aiutare a sentirci meglio parte della Chiesa nelle sue varie dimensioni: parrocchiale, diocesana, universale. Il mio intento non è certo quello di ‘vietarvi’ di assistere così ai riti della Settimana santa, ma di invitarvi piuttosto a non fermarvi solo a questo”. Nascono da qui le “indicazioni pratiche” che mons. Gianotti esplicita accompagnandole da alcune riflessioni per ciascuna celebrazione, dalla Domenica delle Palme a Pasqua.

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