Coronavirus Covid-19: p. Spadaro, “in Siria sarebbe una catastrofe. Comunità internazionale non perda più tempo”

foto SIR/Marco Calvarese

“La possibile emergenza siriana” legata alla pandemia Covid-19, “che avrebbe caratteristiche non dissimili da quella di altri Paesi sconvolti da lunghissimi conflitti, sarebbe di eccezionale gravità per un dato drammatico e noto: la distruzione di circa la metà delle strutture sanitarie e la mancanza di personale medico, avendo moltissimi medici lasciato il Paese” o ora “impossibilitati a rientrare in patria. La tardiva chiusura di importanti santuari, meta di pellegrinaggi anche dall’estero, potrebbe aver aggravato l’emergenza”. Lo scrive p. Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, nel quaderno 4075 in uscita sabato 4 aprile e appena anticipato integralmente sul sito della rivista. “Tutto questo – osserva – crea allarme: non si può che essere angosciati provando a immaginare, ad esempio, cosa possa significare la diffusione del contagio nelle inaccessibili e sovraffollate carceri siriane”. Insomma, afferma Spadaro facendo sua la dichiarazione al Sir del nunzio apostolico, card. Mario Zenari: se la Siria “fosse colpita dal virus sarebbe una catastrofe”. A preoccupare il gesuita sono in particolare  le carceri e la possibile diffusione del virus ad Idlib, nell’area nord-ovest del Paese, “fino a pochi giorni fa al centro di feroci combattimenti e bombardamenti a tappeto che hanno colpito quasi tutte le strutture sanitarie” e “hanno causato almeno un milione di sfollati”. L’Oms ha annunciato di essere pronta a inviare i tamponi per il test del Covid-19 e Russia e Cina hanno inviato materiale sanitario, ma da molte parti si evidenzia “il ritardo della comunità internazionale nell’assumere iniziative che dovevano essere prese settimane fa. Un ritardo – conclude Spadaro – che potrebbe avere gravissime conseguenze”.

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