Coronavirus Covid-19: Ermes Ronchi, “ceneri oltre le quali andare verso la luce e accendersi al mistero di Dio”

La precarietà di questi giorni e il “senso di un ‘nemico’ che incombe su di noi” sono probabilmente “le ceneri che imponiamo sulla nostra esistenza per incamminarci verso la luce sfolgorante della Pasqua, prefigurata dal Vangelo della Trasfigurazione di domenica scorsa”. A leggere la Quaresima 2020 mettendo in parallelo rinunce “penitenziali” e “limiti, paure, fatiche, malattia, sofferenza, morte” imposti dall’emergenza coronavirus, è in un’intervista al Sir p. Ermes Ronchi, teologo dell’Ordine dei Servi di Maria, scelto nel 2016 da Papa Francesco per guidare gli Esercizi spirituali di Quaresima per il Pontefice e per la Curia romana. “Il Vangelo della prima domenica – spiega – ricordava che non di solo pane vive l’uomo. Non possiamo vivere trasformando tutto in beni economici; in momenti come questi ci accorgiamo che il re capitalista è nudo e che si vive anche di contemplazione, di bellezza, di relazioni, di sapienza. Come ci dice il Vangelo di domenica scorsa. Ma viviamo anche di vita donata per curare gli altri, come quella di questi eroi moderni che sono i medici e gli infermieri che soffocano la paura per dedicarsi con abnegazione a chi è fragile e malato”. Per il teologo, inoltre, questi giorni “senza” possono costituire” un’opportunità per dedicarci a qualcosa che di norma fuggiamo come un nemico: l’interiorità, mentre il “digiuno” della messa, se accolto nel modo giusto, “può costituire una strada inedita verso l’Assoluto”. “Questo – conclude – è il momento di rientrare in sé, tornare all’interiorità, al mio io che si accende davanti al mistero della vita e al mistero di Dio. Sono giorni in cui sentirsi incalzare da qualcosa che ci preme dentro ed è più caldo, più intenso, più luminoso di tutto ciò che ci preme da fuori”.

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