Papa a Bari: discorso ai vescovi, no a “cultura dell’indifferenza”. “Ricostruire i legami, rialzare le città distrutte”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

(da Bari) “Troppo spesso la storia ha conosciuto contrapposizioni e lotte, fondate sulla distorta persuasione che, contrastando chi non condivide il nostro credo, stiamo difendendo Dio”. È il monito del Papa, che dalla basilica di San Nicola a Bari, davanti a 120 vescovi, ha ribadito che “estremismi e fondamentalismi negano la dignità dell’uomo e la sua libertà religiosa, causando un declino morale e incentivando una concezione antagonistica dei rapporti umani. È anche per questo che si rende urgente un incontro più vivo tra le diverse fedi religiose, mosso da un sincero rispetto e da un intento di pace”. Di qui la centralità del Documento sulla fratellanza firmato ad Abu Dhabi, in cui si legge che “i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune”. “Anche attorno al sostegno dei poveri e all’accoglienza dei migranti, si può realizzare una più attiva collaborazione tra i gruppi religiosi e le diverse comunità, in modo che il confronto sia animato da intenti comuni e si accompagni a un impegno fattivo”, la proposta del Papa: “Quanti insieme si sporcano le mani per costruire la pace e praticare l’accoglienza, non potranno più combattersi per motivi di fede, ma percorreranno le vie del confronto rispettoso, della solidarietà reciproca, della ricerca dell’unità”. “Ricostruire i legami che sono stati interrotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi, infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortare chi è chiuso in sé stesso a non temere il fratello”: questo il mandato finale del Papa per l’“amata area del Mediterraneo”. A braccio, Francesco ha citato il viaggio a Lampedusa e “quell’aria di accoglienza” al contrario di altrove dove si respira “una cultura dell’indifferenza”, e ha denunciato ancora una volta come il Mediterraneo sia ormai diventato un “cimitero”.

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