Donne: Casellati, “nel mondo del lavoro prescrivere ‘quote rosa’ o ‘soglie minime’ di presenza femminile è stato utile ma non risolutivo”

(Foto: Senato della Repubblica)

“Per raggiungere una vera parità di genere nel mondo del lavoro, prescrivere ‘quote rosa’ o ‘soglie minime’ di presenza femminile è stato senz’altro utile, ma non risolutivo. Occorre affiancarvi una strategia legislativa e di governo più ampia e coraggiosa, sostenuta da una visione di lungo periodo che tenga conto anche dei profondi cambiamenti in atto”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo all’evento “Leadership femminile: un’impresa possibile?” nel corso del quale nella sala Koch di Palazzo Madama è stato presentato il Rapporto sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e ai vertici delle imprese italiane, su iniziativa della Fondazione Bellisario e di Cerved.
La seconda carica dello Stato ha ricordato “come le dinamiche occupazionali – tanto in Italia quanto a livello globale – saranno influenzate dai fenomeni migratori in atto o dalle trasformazioni dei mercati e dei processi produttivi sempre più orientati verso la digitalizzazione, la robotizzazione, l’intelligenza artificiale”. Così come ha sottolineato “la forte riduzione dei tassi di natalità e il progressivo invecchiamento della popolazione” che contraddistinguono la nostra società.
“In questa ottica – ha spiegato il presidente del Senato –, creare pari opportunità significa creare le migliori condizioni perché il potenziale femminile possa esprimersi senza ostacoli o condizionamenti”. “Vuol dire investire sulle famiglie e sulla loro stabilità; sulla scuola; sulla formazione delle nuove generazioni”, ha proseguito Casellati, aggiungendo che” significa predisporre strumenti normativi efficaci per trovare un punto di equilibrio sostenibile tra vita lavorativa e vita privata, così come per contrastare con fermezza ogni forma di discriminazione o di violenza basata sul genere”.
“Perché l’emancipazione delle donne e l’affermazione del loro protagonismo – ha ammonito – non può prescindere dal riconoscimento e dall’effettiva tutela dei loro diritti fondamentali, primi tra tutti quello di essere madri e quello ad una vita dignitosa e protetta”.
Per la seconda carica dello Stato si tratta di “costruire un futuro in cui la partecipazione delle donne nelle dinamiche economiche, politiche, sociali e culturali di una Nazione non sia più una questione di ‘proporzioni’, ma un dato fondato esclusivamente sulle capacità, sulle competenze, sul merito. Il futuro di un Paese sempre più maturo, sempre più moderno, sempre più libero”.

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