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Papa Francesco: ai laici spagnoli, Chiesa non è “ong”. In Europa servono laici “impegnati nel mondo della cultura, della politica, dell’economia”. No a “clericalismo e carrierismo”

foto SIR/Marco Calvarese

“Non siamo un’associazione o una Ong: siamo la famiglia di Dio convocata intorno al medesimo Signore”. A ribadirlo è il Papa, nel messaggio in spagnolo inviato al card. Ricardo Blazquez Perez, presidente della Conferenza episcopale spagnola, in occasione del Congresso nazionale dei laici in corso a Madrid, fino al 16 febbraio, sul tema “Popolo di Dio in uscita”. Nel testo, Francesco si sofferma sulla categoria di “popolo di Dio” e sulla parola “sinodo”, che significa “camminare uniti, condividendo idee ed esperienze di realtà differenti, per arricchire e far crescere la comunità in cui si vive”. L’esempio citato è quello dei santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, che “diedero un grande impulso all’evangelizzazione di questo continente, portando il messaggio del Vangelo a coloro che non lo conoscevano, rendendolo comprensibile e vicino alla gente del loro tempo, con un linguaggio nuovo”. “Con il loro gesto e la loro testimonianza – l’omaggio del Papa – furono capaci di portare la luce e la gioia del Vangelo ad un mondo complesso ed ostile”. Così, si è formata “una comunità”: “Una porzione del popolo di Dio ha cominciato a camminare in questa ampia regione del continente”. “Questo popolo di Dio in uscita – spiega Francesco – vive una storia concreta, che è come una pagina bianca da scrivere”. Non servono “risposte prefabbricate”, il monito del Papa, ma “incarnate e contestualizzate per rendere comprensibile e credibile la Verità che come cristiani ci muove e ci rende felici”. Di qui la necessità di “lasciarsi toccare dalla realtà del nostro tempo e di avere il coraggio di uscire”, facendo risuonare “nel mondo in cui viviamo, e particolarmente in questa vecchia Europa, la voce sempre nuova del Vangelo, soffocata da tante voci di morte e disperazione”. C’è bisogno di “uomini e donne impegnati nel mondo della cultura, della politica, dell’economia”, l’appello del Papa, che “vivano la propria vocazione immersi nel mondo, ascoltando, con Dio e con la chiesa, le grida dei loro contemporanei, del popolo”. No, allora, alla “tentazione” del laico nella Chiesa: “Il clericalismo, che è una piaga che lo imprigiona nella sacrestia”, ma anche “la competitività e il carrierismo ecclesiale, la rigidezza e la negatività, che soffocano la chiamata specifica alla santità nel mondo attuale”.

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