Diocesi: Genova, card. Bagnasco celebra la messa per i 200 anni della nascita di don Nicolò Daste, “padre degli orfani”

Si svolgerà nella cattedrale di San Lorenzo di Genova sabato 11 gennaio (ore 15.30) la celebrazione eucaristica per ricordare i 200 anni dalla nascita del servo di Dio don Nicolò Daste. La messa sarà presieduta dall’arcivescovo, card. Angelo Bagnasco. Sacerdote genovese, fondatore delle suore Figlie della Divina provvidenza, don Daste ha dedicato il suo sacerdozio per i poveri e le orfane. È attualmente in corso la causa di beatificazione. I resti mortali riposano nella cappella della casa madre delle suore della Divina provvidenza a Genova Sampierdarena; a lui è anche intitolata una strada sempre a Sampierdarena. Don Daste era conosciuto come “il padre degli orfani”. Nato a San Pier d’Arena nel 1820, orfano prima di padre e poi della madre, “dovette sacrificarsi per 18 anni lavorando nella falegnameria di famiglia per aiutare i fratelli”, spiega una nota biografica. “Dopo una lunga e paziente attesa, a 46 anni Nicolò riuscì finalmente a coronare il suo sogno, coltivato fin da ragazzo, di diventare sacerdote. Egli svolse il suo ministero sacerdotale nella parrocchia di Santa Maria della Cella”. “Il suo cuore sensibile si aprì subito ai bisogni e alle sofferenze degli altri: si prese cura dei più poveri e delle bambine orfane e per loro non si vergognò di farsi mendicante. Offrì infatti la sua assistenza spirituale a un orfanotrofio femminile, guidato dalla giovane Apollonia Dellepiane. Le sue prime collaboratrici, come anche alcune orfane, vollero consacrarsi a Dio tramite il servizio alle orfane: sorsero quindi le suore della Divina provvidenza”, dette popolarmente “Suore di don Daste”.
“Fattosi educatore e mendicante per le sue orfane, don Nicolò Daste divenne famoso grazie alla sua intensa e paterna carità. La sua forza in mezzo ai problemi di tutti i giorni era nell’Eucaristia e nella Provvidenza, di cui riconosceva i mezzi divini e umani, come amava dire: ‘Dio, per dare agli uomini, si serve degli uomini; ma è Lui che dona, e i doni che elargisce sono suoi’”.

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