Insegnamento religione cattolica: don Bonazzi (Ravenna), “formazione integrale delle giovani generazioni”

C’è tempo fino al 31 gennaio, termine delle iscrizioni alle scuole nel territorio diocesano, per avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nella scuola pubblica. E anche quest’anno dall’ufficio scolastico diocesano e dalla diocesi di Ravenna arriva l’invito a cogliere questa opportunità, in una lettera pubblica indirizzata a studenti e a genitori: una possibilità educativa, scrive il direttore dell’Ufficio scolastico diocesano don Andrea Bonazzi, per la “formazione integrale delle giovani generazioni, fatta di conoscenze, capacità acquisite, valori culturali e religiosi, storia innanzitutto della nostra Italia”. “La religione cattolica è espressione della fede dei credenti e, nello stesso tempo – prosegue don Bonazzi -, ha ispirato una storia di civiltà e bellezza che ha al centro la persona umana nella sua altissima dignità. Questo fecondo intreccio di Vangelo e umanesimo è stimolo e risposta alle grandi domande del cuore umano in ogni tempo e luogo. L’ora di religione è anche l’incontro con quanto il sentimento e il pensiero cristiano ha prodotto lungo i secoli, attraverso la letteratura, specie la Bibbia e le espressioni artistiche di ogni genere, di cui Ravenna è custode davanti al mondo intero”. L’Ora di Religione va quindi colta “in una prospettiva culturale”. Nell’anno scolastico concluso a giugno (2018/2019) la percentuale degli avvalentisi dell’Irc si è attestata mediamente al 73,9% (il dato tiene conto della media delle percentuali della scuola dell’Infanzia, della Primaria, della Secondaria di primo grado e della Seconda-ria di secondo grado), in leggero calo rispetto all’anno precedente (nel 2017/2018 era al 75,62). “La sfida più grande – conclude il direttore dell’Ufficio scolastico diocesano – rimane quella della qualità dell’insegnamento dell’ora di religione, cioè  in concreto –quella della qualità degli insegnanti. La crisi culturale che oggi stiamo attraversando non è infatti una crisi soltanto di valori, ma anche e forse soprattutto una crisi di figure adulte capaci di incarnarli credibilmente. Siamo convinti che la scelta dell’ora di religione continuerà a “tenere” finché ci saranno insegnanti all’altezza del proprio compito, finché i genitori fiuteranno che, indipendentemente dal fatto di essere credenti o meno, una maestra di religione sarà una figura positiva e importante per i propri figli, finché gli adolescenti sentiranno che con il prof di religione ‘si può parlare’. Finché questa materia così marginale, ma solo apparentemente, sarà vissuta come una palestra di umanità e di vita”.

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