Conferenza sul futuro dell’Europa: spazio a cittadini e giovani in apposite “agorà”. Lavori guidati da un plenum istituzionale

(Strasburgo) Rispetto ai dibattiti alimentati nella commissione Affari costituzionali e nel gruppo di lavoro costituito ad hoc in seno al Parlamento europeo lo scorso autunno per preparare la Conferenza sul futuro dell’Europa, la proposta che emerge oggi dalla maggioranza dell’emiciclo pare meno “coraggiosa” e la partecipazione dei cittadini piuttosto imbrigliata. La risoluzione firmata da cinque gruppi politici a Strasburgo propone che la Conferenza “sia composta da una serie di organi con diverse responsabilità, tra cui un plenum della Conferenza, agorà dei cittadini, agorà dei giovani, un comitato direttivo e un consiglio esecutivo di coordinamento”. Propone inoltre che “nel corso dell’intera Conferenza si tengano diverse agorà tematiche dei cittadini” e che “siano composte al massimo da 200-300 cittadini con un minimo di tre per Stato membro, calcolandone la composizione secondo il principio della proporzionalità degressiva”; il testo insiste “sulla necessità che tali agorà si tengano in diverse località dell’Unione e che siano rappresentative (in termini geografici, di genere, di età, di contesto socioeconomico e/o grado di istruzione)”. Oltre all’agorà dei cittadini, si dovrebbero svolgere “almeno due agorà dei giovani: una all’inizio della Conferenza e una verso la fine della stessa, e ciò perché i giovani si meritano un proprio forum, visto che le giovani generazioni sono il futuro dell’Europa”. Ai cittadini che parteciperanno saranno assicurati i rimborsi spese.
La risoluzione di maggioranza chiede che il plenum della Conferenza sia così composto: il Parlamento europeo in rappresentanza dei cittadini dell’Unione, con un massimo di 135 membri; il Consiglio in rappresentanza degli Stati membri, con 27 membri; i parlamenti degli Stati membri, con due-quattro deputati per parlamento nazionale; la Commissione, rappresentata da tre commissari; il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni, con quattro membri ciascuno; le parti sociali a livello di Ue, con due membri ciascuna.

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