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Card. Pell prosciolto da ogni accusa. Esce dal carcere dopo 400 giorni di detenzione

Prosciolto oggi da ogni accusa e rimesso in libertà dopo 400 giorni di detenzione. È la sentenza choc emessa questa mattina dall'Alta corte, l'organo di giudizio finale in Australia, nei confronti del cardinale George Pell, condannato per pedofilia a 6 anni. “Mi sono sempre dichiarato innocente”, commenta il cardinale: “Tutto si è risolto oggi con la decisione unanime dell’Alta Corte”. Il presidente dei vescovi australiani assicura: la sentenza “non cambia il costante impegno della Chiesa volto ad assicurare la sicurezza dei bambini”. Ma l’arcivescovo di Sidney chiede “una più ampia riflessione sul nostro sistema di giustizia”

Il cardinale australiano George Pell, condannato per pedofilia a 6 anni – sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte d’appello dello stato di Victoria -, è stato prosciolto oggi da ogni accusa dall’Alta corte, l’organo di giudizio finale in Australia e sta per essere rimesso in libertà. Pell era stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente nel 1996 nella sacrestia della cattedrale di Melbourne, quando era arcivescovo della diocesi, di due coristi di 13 anni sorpresi a bere il vino della messa. La sentenza del tribunale è stata annunciata questa mattina in un’aula di tribunale quasi vuota a Brisbane a causa delle restrizioni previste per il Covid-19 e la notizia sarà pubblicata su Twitter alle 10 del mattino (ora locale).

“Mi sono sempre dichiarato innocente ed ho sofferto per aver subito una grave ingiustizia. Tutto si è risolto oggi con la decisione unanime dell’Alta Corte”. Si apre con queste parole la lunga dichiarazione del cardinale George Pell pubblicata subito dopo il proscioglimento da ogni accusa. “Non vedo l’ora di leggere la sentenza e le ragioni della decisione nel dettaglio”, scrive ancora il cardinale. “Non provo però nessun risentimento verso chi mi ha accusato né credo sia stato mosso da cattiva volontà; non voglio che la mia assoluzione aggiunga dolore alla ferita e all’amarezza che molti provano; c’è abbastanza sofferenza e abbastanza amarezza. Il mio processo non è stato un referendum sulla Chiesa cattolica; né un referendum su come le autorità della Chiesa in Australia hanno affrontato il crimine di pedofilia”.

“Il punto era se avevo commesso o no questi terribili crimini e io non li ho commessi”.

“L’unica base per la guarigione a lungo termine è la verità e l’unica base per la giustizia è la verità, perché la giustizia implica verità per tutti”, scrive il cardinale. Nel comunicato, Pell ringrazia tutti coloro che in questo periodo hanno pregato per lui e lo hanno sostenuto anche attraverso le migliaia di lettera che gli sono arrivate. “Voglio ringraziare in particolare la mia famiglia per il loro amore e supporto e per ciò che hanno dovuto vivere”. I ringraziamenti si estendono quindi alla sua piccola squadra di consulenti, amici e soprattutto al team legale per “la ferma determinazione a far prevalere la giustizia, far luce sull’oscurità prefabbricata e a rivelare la verità”.

Immediate le reazioni anche da parte dei vescovi australiani. L’arcivescovo di Brisbane, mons. Mark Coleridge, presidente della Conferenza episcopale australiana, tiene subito a precisare: la sentenza emessa oggi dall’Alta Corte “non cambia il costante impegno della Chiesa volto ad assicurare la sicurezza dei bambini e a dare una giusta e compassionevole risposta ai sopravvissuti e alle vittime di abusi sessuali su minori. La sicurezza dei bambini rimane un tassello estremamente importante non solo per i vescovi, ma per l’intera comunità cattolica”. In un comunicato, l’arcivescovo ammette: “Questa sentenza sarà accolta con sollievo da molti, da chi ha sempre creduto nell’innocenza del cardinale lungo tutto questo processo. Sappiamo però anche che la decisione della High Court sarà devastante per molti altri. Tanti hanno sofferto molto in questo processo, che ora è giunto alla sua conclusione”. Da qui l’assicurazione di mons. Coleridge, a nome di tutti i vescovi australiani, che la Chiesa australiana non verrà meno all’impegno di assicurare giustizia e protezione dei minori, ribadendo ancora una volta l’invito a chiunque sia vittima di abuso sessuale da parte del personale della Chiesa di “rivolgersi alla polizia”.

L’arcivescovo di Sidney, mons. Anthony Fisher, ha accolto con favore il proscioglimento del cardinale e ha ringraziato i giudici per la loro “meticolosa revisione dei fatti” che ha motivato l’assoluzione. Ma aggiunge: “Questo non è stato solo un processo al cardinale Pell, ma anche al nostro sistema giuridico e alla nostra cultura. La sentenza invita a una più ampia riflessione sul nostro sistema di giustizia, sul nostro impegno per la presunzione di innocenza e sul trattamento di figure di alto profilo accusate di crimini. Riconosco che i fallimenti passati della Chiesa nella protezione dei bambini hanno contribuito ad aumentare la rabbia dell’opinione pubblica verso la Chiesa e i suoi dirigenti. Ma so anche che è solo attraverso un’azione meticolosa che cerca giustizia per tutti i sopravvissuti all’abuso sessuale di minori e solo attraverso la messa in pratica di migliori pratiche di salvaguardia di tutte le persone vulnerabili che la guarigione può avvenire e la fiducia può essere ripristinata”.

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