Verso il voto di settembre: responsabile e consapevole

Siamo al conto alla rovescia. Tra poco più di 40 giorni saremo chiamati alle urne per le elezioni regionali, per le elezioni amministrative in alcuni comuni e per il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. Sarà senza dubbio il voto con la campagna elettorale più “strana” della storia repubblicana.

Siamo al conto alla rovescia. Tra poco più di 40 giorni saremo chiamati alle urne per le elezioni regionali, per le elezioni amministrative in alcuni comuni e per il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. Sarà senza dubbio il voto con la campagna elettorale più “strana” della storia repubblicana. Il fatto che la data del voto sia dovuta slittare per i noti motivi sanitari è già un unicum nel suo genere, che poi la corsa elettorale debba svolgersi tenendo conto dei vincoli ai quali oramai siamo abituati per la pandemia, è un altro fatto inedito e anomalo che condiziona la corsa dei candidati e la spiegazione del referendum.
Sugli appuntamenti con le urne, tutti importanti anche se molto diversi nel merito, nei prossimi numeri offriremo approfondimenti e vari materiali. Qui ci interessa intanto evidenziare alcuni criteri per un voto maturo e consapevole, criteri forse noti, ma mai scontati.
Il primo è che il voto è lo strumento principale che ogni cittadino ha a disposizione per esercitare la propria sovranità e contribuire alla vita del Paese. È dunque importante non perdere questa occasione, non farsi prendere dalla stanchezza, dalla sfiducia, dal qualunquismo sempre in agguato. E neanche dall’esito quasi scontato in Veneto con la riconferma di Zaia e dal silenzio assordante sul referendum costituzionale di cui la stragrande maggioranza dei cittadini non sa quasi nulla. In tale prospettiva è fondamentale (ed ecco il secondo criterio) informarsi, capire cosa c’è in gioco, non affidarsi ai semplici slogan dei manifesti. Lo sappiamo che è difficile ma non abbiamo alternative: il governo di una regione, così come la scelta di una riforma costituzionale è qualcosa di complesso che va conosciuto non delegando ad altri la nostra scelta. È solo così che si può essere protagonisti della costruzione della “Città dell’uomo” .
Una campagna elettorale in agosto certo non aiuta la conoscenza delle questioni in campo e questo interpella ancora di più la responsabilità di ciascuno. C’è bisogno di conoscere le idee dei diversi candidati, le linee progettuali, le storie che si confrontano. In tal senso crediamo che vadano ascoltate tutte, quelle che hanno tante risorse per farsi conoscere e anche quelle che ne hanno meno. Sono le idee che contano. Anche per tale ragione il nostro settimanale (fedele a una propria tradizione) ribadisce la scelta di non ospitare pubblicità elettorale invitando ciascuno a conoscere i diversi candidati e le proposte degli schieramenti in campo.
Sul referendum si tratta di chiedersi quale democrazia vogliamo e non semplicisticamente fermarsi al solo elemento della riduzione dei costi del Parlamento. Con riferimento al voto regionale crediamo sia decisivo confrontarsi sull’idea di autonomia, di realizzazione del principio di sussidiarietà, sui progetti relativi alle infrastrutture, alla sanità, alla tutela del paesaggio, alla promozione di una cultura solidale e inclusiva, all’idea di sviluppo economico solo per citare alcuni dei temi principali sui quali la Regione ha un ruolo rilevante.
Su questi anche la comunità cristiana è chiamata a confrontarsi e a dare il proprio contributo in termini di dibattito e di costruzione di un progetto che persegua il Bene comune. È un esercizio faticoso ma fondamentale. Il pluralismo che abita da tempo le nostre comunità non deve spaventarci (come invece spesso avviene), ma anzi deve spingerci a cercare un confronto vero, concreto, rispettoso.
Il futuro del Veneto e dell’Italia dipende anche da questo.

(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)

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