Coronavirus Covid-19. Un intero istituto religioso in quarantena: “Chiediamo preghiere ma assicuriamo anche le nostre”

Tre suore ricoverate all’ospedale Spallanzani di Roma per Coronavirus e 60 religiose messe in quarantena. I tamponi fatti a tappeto da mercoledì stanno dando risultati di positività. Il Sir è andato a vedere cosa sta succedendo in queste ore all’Istituto le Figlie di San Camillo di Grottaferrata. Suor Bernardette Rossoni: “Condividiamo e preghiamo per noi e per tutti quelli che stanno soffrendo molto più di noi. Lo facciamo con coraggio perché vogliamo vivere con spirito di fede questo momento di prova che sta passando non solo l’Italia ma il mondo intero. Chiediamo preghiere ma assicuriamo anche le nostre”

(Foto ANSA/SIR)

Un intero istituto di suore in quarantena. E’ quanto sta accadendo a Grottaferrata nella casa generalizia delle Figlie di San Camillo di via Anagnina dopo che tre religiose sono state ricoverate all’ospedale romano Spallanzani per Coronavirus e dopo che i tamponi che si stanno facendo proprio in queste ore alle circa 60 religiose presenti nell’Istituto stanno dando risposte di positività. E’ suor Bernadette Rossoni, postulatrice delle Figlie di San Camillo i Grottaferrata, a raccontare al Sir, cosa esattamente è successo nella casa generalizia. Risale alla scorsa settimana il primo caso confermato di Coronavirus in comunità e “a partire da quel momento siamo entrate tutte in quarantena perché un caso confermato in casa richiede una immediata misura di contenimento. Non sappiamo assolutamente dire dove e come la suora si è presa il virus”. Sta di fatto che sabato scorso la suora è stata portata in pronto soccorso già con una polmonite interstiziale. “L’abbiamo portata in un primo tempo all’ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma legato alle Figlie di San Camillo”, racconta suore Rossoni. “Lì è stato fatto immediatamente il test che è risultato positivo. Domenica, la suora è stata trasportata all’ospedale Spallanzani”.

A quel punto tutte le suore ospiti dell’Istituto di via Anagnina sono entrate in quarantena. “Durante la settimana però – racconta ancora suor Bernadette – abbiamo avuto un secondo caso positivo e allora ci siamo allarmate”. Da qui la decisione presa dalla Madre generale di far fare il tampone a tappeto a tutte le suore e a tutto il personale che collabora con l’Istituto. In accordo con la Asl di Frascati, si è costituita una équipe medica all’ospedale Madre Giuseppina Vannini che arrivata in settimana a Grottaferrata è ancora questa mattina al lavoro. Non potendo entrare dentro l’Istituto, i medici hanno allestito fuori nel giardino una tenda con tutte le attrezzature necessarie. I primi tamponi sono stati fatti mercoledì e su 15 test effettuati, solo 2 suore sono risultate negative. Tutte le altre sono risultate positive. Ieri, giovedì, sono stati fatti altri 30 tamponi di cui però le suore non sanno ancora i risultati che però evidentemente sono già stati comunicati alla Regione Lazio che riporta la cifra di 40 test positivi.

È un mistero su come sia arrivato qui il virus. Suor Rossini tiene a precisare che l’Istituto delle Figlie di San Camillo che si trova a Grottaferrata è una casa generalizia e in quanto tale le religiose non lavorano negli ospedali. “Grazie a Dio non siamo in contatto con i malati”, dice. Nella casa, c’è il governo generale della Congregazione, le suore studenti e le suore più anziane per un totale di circa 60 religiose. Molte sono le suore che si trovano qui di passaggio. Suor Rossoni parla naturalmente di “un clima di apprensione”. Le suore che sono state trovate positive, sono state isolate e rimangono chiuse nelle proprie stanze senza alcun contatto con l’esterno. Chi sta in piedi, si dà da fare per servire tutte le altre rispettando tutte le misure e le precauzioni necessarie. “Da quando è iniziata questa pandemia – racconta la religiosa – ci affidiamo alla preghiera, con pomeriggi di adorazione. Chiediamo con insistenza alla nostra fondatrice Maria Giuseppina Vannini che è stata canonizzata a ottobre, che si sia da fare. La preghiamo fortemente. E ieri sera ci siamo uniti alla preghiera del Santo Rosario. Abbiamo esposto il quadro della Madonna della Salute pregando che il Signore restituisca presto la salute ai malati. Quanto ci sta accadendo è un modo di condividere la sofferenza di questo momento: condividiamo e preghiamo per noi e per tutti quelli che stanno soffrendo molto più di noi. Lo facciamo con coraggio perché vogliamo vivere con spirito di fede questo momento di prova che sta passando non solo l’Italia ma il mondo intero. Chiediamo preghiere ma assicuriamo anche le nostre”.

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