Terremoto in Toscana. Card. Betori: “La comunità strumento fondamentale per superare ogni ostacolo”

A un mese esatto dal terremoto che ha colpito la Toscana parla al Sir l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, che ha celebrato la messa della notte di Natale nella palestra di Barberino di Mugello: “La speranza deve sorreggerci nel ritorno a una normalità che avrà tempi diversi a seconda dei danni subiti e dei disagi patiti, ma che occorre riconoscere già ben avviata, grazie all’impegno delle amministrazioni, delle istituzioni e del volontariato”. Il sisma, prosegue il card. Betori, “ci ha mostrato quanto siano importanti le relazioni. Ci ha fatto sentire una comunità”

A Barberino sono ancora un centinaio le persone ospitate in alberghi e strutture di accoglienza, dopo l’evento sismico di magnitudo 4.5 che ha colpito il Mugello, lo scorso 9 dicembre. Le case attualmente dichiarate inagibili sono 146. Si contano anche le prime stime dei danni al patrimonio religioso e architettonico. Secondo il Ministero per i beni e le attività culturali, solo a Scarperia e San Piero a Sieve ammonterebbero a circa 2,5 milioni di euro.

Ad essere fortemente lesionati, tanto da risultare inagibili, il museo di Arte Sacra, la torre campanaria del convento di Bosco ai Frati, la chiesa di Marcoiano, di San Bartolomeo a Petrona, in uso alla comunità rumeno-ortodossa, San Michele a Lumena e la pieve di Sant’Agata.

Sul senso di precarietà delle persone rimaste fuori casa, interviene l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, che continua a tenersi aggiornato, dopo la celebrazione della Messa di Natale a Barberino in quella che era la palestra degli sfollati, con le istituzioni, la prefettura e la protezione civile.

“Il Mugello – dice al Sir – ha bisogno di speranza. Il timore segna ancora i cuori, e questo è naturale, ma non dobbiamo lasciarci vincere dalla paura”. “Lo dico da vescovo – prosegue – originario dell’Umbria, una terra segnata dai terremoti, che per due anni, essendo inagibile la cattedrale di Foligno, ha celebrato ogni domenica prima sotto un tendone e poi in un prefabbricato”. “La speranza – sottolinea – deve sorreggerci nel ritorno a una normalità che avrà tempi diversi a seconda dei danni subiti e dei disagi patiti, ma che occorre riconoscere già ben avviata, grazie all’impegno delle amministrazioni, delle istituzioni e del volontariato”. Il sisma, dice l’arcivescovo Betori, “ci ha mostrato quanto siano importanti le relazioni. Ci ha fatto sentire una comunità, facendo emergere legami forti, che hanno consentito di vivere i momenti di sofferenza in maniera dignitosa, sopperendo ai bisogni“.

Anche in questo senso “il Natale ci ha illuminato, in quanto nella grotta il Bambino non si mostra solo, ma custodito dagli affetti di una famiglia. Gesù, con Maria e Giuseppe, si è trovato alla sua nascita in una situazione per alcuni aspetti simile a quella vissuta nel Mugello da molta gente: senza una casa, nella precarietà di uno spazio non proprio”.

“L’augurio per questo nuovo anno, è dunque che la condivisione sia il modo di essere di ciascuno di noi, consapevoli che ogni cosa che offriamo ai fratelli è un dono fatto al Signore”.

A Barberino, intanto, dove la chiesa parrocchiale di San Silvestro, è diventata il simbolo del terremoto per aver riportato i maggiori danni, si lavora per la realizzazione di una tensostruttura della Protezione civile che dovrebbe essere disponibile da metà gennaio. Fino ad allora, la messa domenicale sarà celebrata nel garage della Pubblica assistenza. Così il parroco, don Stefano Ulivi: “Per la nostra comunità, il Natale ha avuto un sapore diverso. Non ci siamo potuti preparare perché eravamo sfollati, ed è mancata tutta quella attesa consueta, i canti natalizi dei bambini, le prove del coro, il concerto con la Corale della Misericordia. Ma mai come quest’anno, lo abbiamo aspettato con tanta intensità nella preghiera, dentro di noi. Il terremoto è riuscito poi a risvegliare quel senso di umanità che spesso nella quotidianità perdiamo. Uniti possiamo fare tante cose. E ora che le campane dal 2 gennaio, sono tornate a suonare, sembra che vogliano dirci che il peggio è passato, che la nostra comunità sta rinascendo”.

Nei comuni colpiti si attendono inoltre i fondi erogati dal Governo, che ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il Mugello. La richiesta è di 6,1 milioni di euro per i primi soccorsi.

“Ci siamo attivati – dichiara Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana  – per un intervento che garantisca la messa in sicurezza degli edifici contro il rischio sismico. E per una proposta di legge nazionale di intervento per le zone lungo l’Appennino”. Giani, fa poi notare che “nonostante vi siano numerose strutture lesionate, nessun edificio è crollato”. “Segno”, commenta, “che se si costruisce in modo serio e se gli enti locali seguono con attenzione il patrimonio edilizio, si possono evitare tragedie”. Giampiero Mongatti, sindaco di Barberino, annuncia invece che la zona rossa all’interno del centro storico si va restringendo e che i comuni interessati dal sisma hanno attivato due conti correnti per le donazioni a sostegno della popolazione. “Il cammino verso la normalità – conclude Mongatti – è già iniziato, ma l’attenzione non deve calare. Barberino e tutto il Mugello vogliono tornare a vivere”.

Altri articoli in Italia

Italia